Nella letteratura scientifica urologica non sono presenti studi scientifici che possano confermare questa teoria molto diffusa nelle campagne pubblicitarie delle acque minerali sulla pericolosità del residuo fisso alto per la formazione di calcoli renali. Al contrario, gli studi epidemiologici condotti in questo campo sembrano negare la pericolosità dell’acqua “dura” (ad elevato residuo fisso) nella genesi dei calcoli. Hanno di fatto addirittura ipotizzato un’azione protettiva dell’acqua “dura”, che con il suo contenuto in calcio tende a legare il “pericoloso” ossalato di origine alimentare all’interno dell’intestino, impedendone l’assorbimento e la successiva filtrazione da parte dei reni.
Ad oggi restrizioni particolari non sembrano giustificate, tranne quella di preferire acque non gassate.
Fonti:
http://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1212-calcolosi-renale-dilemma-acqua-quanta-bisogna-bere.html
https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/lesperto-risponde/se-lacqua-ha-un-residuo-fisso-alto-fa-male-alla-salute